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mercoledì 2 marzo 2011

Ciao Yara!!

Io non ti conoscevo, non ho diritto di giudicarti.
Di scrivere cose che avresti potuto provare,
o che hai provato. Voglio solo dirti ciao, un ambiguo, stupido, sciocco ciao, uno dei tanti che ormai t'arrivano in questo periodo, Yara. Anche mia cugina ama la ginnastica, proprio come te, e sarebbe stata presente anche lei alla gara che ci sarebbe stata dopo il giorno della tua scomparsa. A volte mi capita di guardare una foto di mia cugina e di intravedere un tuo sorriso, appena accennato, un sorriso rubato a questo incubo chiamato "vita". Io so, per certo, che questa che noi chiamiamo "vita" è solo un sogno, perchè noi stiamo solo dormendo qui, e quando ci risvegliamo siamo lì, dove ora ci sei tu, Yara. La morte non è morte, è solo un risveglio, lo so, ne sono sicura. Il tuo risveglio sarà stato sicuramente doloroso, ma il dolore della morte è il prezzo da pagare per vivere. Chissà, quella sera, com'eri agitata per la gara che ci sarebbe stata nei giorni seguenti, chissà com'eri felice per quel bel voto che avevi preso proprio ieri a scuola dopo tanti sforzi, chissà com'eri eccitata di poter mostrare alle tue amiche le acrobazie che sapevi fare con la palla, la funicella, le claviette, il cerchio e il nastro. Non avevi colpe. Non c'era motivo di svegliarsi dalla vita così presto.
Yara, non posso dire di volerti bene, perchè non ti conosco, ma so sicuramente che tutto quel che t'è accaduto non te lo meritavi, e ti ammiro. Tanto. Ho sempre sperato ti trovassero, viva, con il sorriso sulle labbra, tornata vincitrice... E così è stato. Sei vincitrice del tuo sogno inconcluso, Yara.
Ti chiedo il permesso per dirtelo... Se vuoi non ascoltarmi... Ma un pò, ti voglio bene.
Ti auguro una vita stupenda, perchè te la meriti.

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